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IL NATALE DELLA TERRA, dall’Annuncio al Presepe. Marcello Aversa, Marco Bonechi, Luca Cavalca

15 dicembre 2016 - 27 gennaio 2017
Università Cattolica, Chiostro e Cappella del Sacro Cuore

In Università Cattolica la grande tradizione del presepe incontra l’arte con “Il Natale della terra”, un’esposizione di otto opere collocate nella Cappella del Sacro Cuore e nel chiostro bramantesco. Protagoniste l’Annunciazione, la Natività e l’Adorazione modellate da tre scultori, del Nord, del Centro e del Sud Italia, accomunati dalla predilezione per la terracotta: Marcello Aversa (Sorrento), Marco Bonechi (Figline Valdarno) e Luca Cavalca (Milano). La mostra, ideata dalla Fondazione Crocevia, s’inaugura il 15 dicembre, dopo la celebrazione, alle 12.30, della Messa per il Natale presieduta da monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica, e resterà aperta fino al 27 gennaio.

Il mistero dell’Incarnazione viene colto dalle diverse sensibilità d’artista: il realismo dell’infinitamente piccolo in Aversa, la gioiosa vitalità del colore in Bonechi, l’astrazione dell’immediatezza del segno in Cavalca.

In tutti e tre gli artisti la terra è l’umile materia plasmata perché il Dio che si è fatto bambino possa tornare a farsi immagine, storia e luogo.

Marcello Aversa è l’erede più originale della tradizione del Settecento napoletano: ha fatto della miniatura la sua cifra, per meglio rispondere a Colui che da infinitamente grande sceglie di farsi infinitamente piccolo, al Creatore che si fa creatura. Il microcosmo di Aversa è invito alla ricerca, a meravigliarsi a passo (o meglio a sguardo) lento, a soffermarsi su quei particolari che richiedono tempo e che altrimenti sfuggono. I suoi personaggi variano da otto millimetri a dieci centimetri e abitano uno scenario modellato in un unico blocco di creta, cotto al forno a quasi mille gradi. La grande perizia con cui realizza le sue miniature è un invito a farsi piccoli per incontrare Colui che si è fatto piccolo per poterci abbracciare, guardare, esserci amico.

Marco Bonechi riecheggia nelle sue ceramiche invetriate la bellezza del Rinascimento toscano: «La mia terra è segnata dall’arte robbiana e dalla sua profonda spiritualità, e io ne sono rimasto affascinato fin da ragazzo. L’arte si fa sempre dall’arte e nel mio cammino creativo non ho mai potuto prescindere dai miei maestri: il Beato Angelico, i Della Robbia, il Ghirlandaio. Da cinquant’anni anch’io plasmo nella ceramica episodi dei Vangeli e ogni volta mi commuovo di fronte al mistero della natività».

Luca Cavalca si confronta con il tema dell’Annunciazione, che, a partire dalla tradizione iconografica, relaziona alla morte di Cristo. In lui l’espressione artistica non può prescindere dalla ricerca spirituale. La sapienza con cui modella l’argilla con l’argento e l’oro, gli permette di rendere tutt’uno materia e luce, per dire l’inesprimibile che si fa Parola e cantare l’Evento che abbraccia ogni tempo e ogni uomo.

Marcello Aversa

Marco Bonechi

Luca Cavalca

Il Natale della terra

Dall’Annuncio al Presepe

15 dicembre 2016 – 27 gennaio 2017

Chiostro e Cappella del Sacro Cuore

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Marcello Aversa nasce a Sant’Agnello (Napoli) nel 1966.

Dopo gli studi comincia a occuparsi dell’azienda paterna, piccolo ma storico opificio nel quale si producono laterizi per forni a legna fin dal XV secolo.

Negli anni Ottanta emerge la passione per il presepe napoletano. Dopo averne realizzati diversi nelle chiese della penisola sorrentina con la tecnica tradizionale, utilizzando quindi sughero e legno, comincia a modellarne di ridottissime dimensioni in creta.

Nel 2001 apre una bottega d’arte nel centro storico di Sorrento.

Negli ultimi anni Aversa ha accostato al presepe immagini tratte dai racconti evangelici e dal tempo liturgico, oltre a opere che riproducono usi, riti e costumi della penisola sorrentina.

Tra le mostre più importanti: Stabilimento Basf di Schwarzheide, Germania (2002); Nocturnes, Bruxelles (2003); Complesso di San Giovanni, Cava de’ Tirreni (2004); Scuola Grande di San Teodoro, Venezia (2005 e 2007); Museo Antica Fornace Grazia, Deruta (2008); Microcosmi in terracotta, Museo Diocesano, Genova (2009); L’Albero della Vita, basilica di Sant’Antonino, Sorrento (2013); Un lungo viaggio, Sorrento, Piacenza e Penna in Teverina (2013); Lux Familiae, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano (2016); El Verbo se hizo barro, Museo Cerralbo, Madrid (2016).

Un diorama con le quattordici stazioni della Passione di Cristo e la Resurrezione è esposto permanentemente nella Scuola Grande di San Teodoro a Venezia. L’opera Lux Familiae è stata presentata a papa Francesco durante il Sinodo della Famiglia 2015.

www.marcelloaversa.it

Marco Bonechi nasce a Firenze nel 1944.

Inizia a dipingere alla fine degli anni Sessanta ispirandosi ai paesaggi della campagna toscana: i casali e i castelli decaduti si trasformano nei suoi quadri in architetture idealizzate di memoria rinascimentale. Questa stessa campagna diventa luogo di elezione per vivere e lavorare e a Figline Valdarno costruisce la sua abitazione, ispirata alle architetture dei suoi dipinti.
Insieme alla moglie, inizia la sperimentazione di nuove tecniche, riproducendo i paesaggi e le città ideali a incisione e a punta secca e riscuotendo un notevole successo in Italia e all’estero.

Dagli anni Ottanta si dedica a nuovi linguaggi espressivi che, partendo dalla pittura e dalla grafica, giungono alla scultura in bronzo, argento e in particolare in ceramica. Appassionato “ricercatore”, volge la sua curiosità a nuovi soggetti, a nuove tecniche e a nuove fonti di ispirazione.

Tra le esposizioni più recenti: Sulla scia della cometa, Bucine, Cascia di Reggello, Figline Valdarno, Montevarchi e San Giovanni Valdarno (2008); Lux ex Oriens, Galleria Rielaborando Arte, Arezzo (2012); Il chiodo fisso, Stia (2014); Il mio Pinocchio, Palagio Fiorentino, Stia (2015); Natività, Abbazia San Salvatore a Soffena, Castelsaprio di Sopra (2015); Terra condivisa, Oratorio della Nobile Contrada del Nicchio, Siena (2016); Pinocchio e l’acqua, La Filandra, Loro Ciufenna, e Palazzo Concini, Terranuova Bracciolini (2016).

www.marcobonechi.com

Luca Cavalca nasce a Milano nel 1971.

Diplomato all’Accademia di Brera, scultore, è specializzato anche in arte-terapia e svolge attività di creativo nel mondo del design e della moda. Vive e lavora tra Milano e l’Appennino ligure-piemontese.

Da anni è impegnato nel dialogo tra arte e sacro e collabora con studi di architettura sia per la progettazione sia per l’adeguamento liturgico degli edifici sacri. Di rilievo il primo premio ottenuto, in collaborazione con l’architetto Alessandro Braghieri, al concorso nazionale per il progetto di adeguamento della chiesa di San Biagio a Finalborgo.

Tra le esposizioni recenti: Museo Diocesano, Alba (2010); monastero di Camaldoli (2014); Oratorio della Passione della basilica di Sant’Ambrogio, Milano (2016); chiesa di Santa Chiara, Lovere (2016); Spazio Viarena 5, Bergamo (2016). Nell’ambito del progetto L’abito liturgico è un compito, sviluppato con Atelier Sirio (2015-16): chiesa di San Raffaele, Milano; Facoltà Teologica, Accademia Albertina e Venaria Reale, Torino; cattedrale di San Vigilio, Trento; Museo della cattedrale, Bobbio; 67a Settimana liturgica, Gubbio; Settimana di studio APL, Assisi; cattedrale di Trani; cattedrale di Bari; convegno regionale del clero a Orosei; duomo vecchio di Brescia.

Sue opere sono collocate nel monastero di Camaldoli, nell’abbazia di Orta San Giulio e nella chiesa di Cristo Re a Genova.

Ha realizzato un monumento per la pace nella città di Bareggio.

www.lucacavalca.it