Domenica 15 settembre 2024
Viboldone, abbazia dei Santi Pietro e Paolo
Ezio Bosso. La musica unisce le anime
ABBAZIA DI VIBOLDONE
“LA MUSICA UNISCE LE ANIME”
CONCERTO PER EZIO BOSSO
ZERØ PIANO TRIO
Domenica 15 settembre 2024 ore 15. Ingresso libero
Il concerto “La musica unisce le anime”, che si terrà domenica 15 settembre alle ore 15 nell’abbazia benedettina di Viboldone, è dedicato al maestro Ezio Bosso, indimenticato e straordinario compositore e direttore d’orchestra. Le musiche del maestro saranno proposte dallo Zero Piano Trio: Giacomo Agazzini al violino, Claudia Ravetto al violoncello, Feryanto Demichelis al pianoforte di Ezio Bosso, messo generosamente a disposizione dalla famiglia.
Scriveva Ezio Bosso: «In alcuni spazi colmi di bellezza, il suono corrusco entra in vibrazione con i colori degli affreschi, e l’effetto musicale è completo. Viene sprigionata un’esuberante carica di gioia e di energia vitale, una spinta dinamica apparentemente inarrestabile, un gusto perfetto per la varietà del colore strumentale. Si scoprono tonalità e riverberi altrove sconosciuti. In questi luoghi la Musica unisce le anime».
I musicisti che interpreteranno i brani di Ezio a lui erano legati da profonda amicizia e con lui hanno suonato: sin dagli esordi Giacomo Agazzini e Claudia Ravetto hanno seguito il maestro nel suo straordinario processo creativo; Feryanto Demichelis è stato allievo di Bosso e suo collaboratore.
Presenterà il concerto Guido Oldani, poeta, ideatore del Realismo terminale, candidato al Nobel per la letteratura nel 2021.
Ezio Bosso
Music for wheater elements
No Man’s Land
After Splitting
Smiles for Y
Grains (An Hailstorm)
Bitter and Sweet (Emily’s Room)
Clouds, the Mind on the (Re)Wind
Before the Sea
Snow, a Nocturne for Piano
Rain, in Your Black Eyes
ZERØ PIANO TRIO
Giacomo Agazzini violino
Claudia Ravetto violoncello
Feryanto Demichelis pianoforte
ZERØ PIANO TRIO nasce dal progetto Quartettozerø con l’intento di ampliare la proposta concertistica della musica da camera di Ezio Bosso; Claudia Ravetto e Giacomo Agazzini, dedicatari di diverse opere di Ezio Bosso, sono stati i principali musicisti collaboratori nella sua carriera artistica, sin dagli esordi. Dal duo al trio fino al sestetto e come solisti con l’orchestra sono interpreti di gran parte registrazioni presenti nella raccolta discografica “Ezio Bosso – A Life In Music”, recentemente pubblicata da Sony Classical. Feryanto De Michelis è stato allievo di Ezio Bosso, e ha collaborato con il maestro in produzioni discografiche e cinematografiche.
Un ringraziamento particolare alle monache benedettine dell’abbazia di Viboldone, alla famiglia Bosso, ad Auxilium, al Lions Club Melegnano, alla famiglia Sicoli e agli amici che hanno sostenuto l’iniziativa.
Concerto per Ezio Bosso,
domenica 15 settembre 2024 ore 15,
Abbazia dei Santi Pietro e Paolo,
via dell’Abbazia 6, Viboldone, San Giuliano Milanese
Info:
giannisicoli@virgilio.it
www.fondazionecrocevia.it
ABBAZIA DI VIBOLDONE
La storia
Fu fondata nel 1176 e completata nel 1348 dagli Umiliati, un ordine religioso formato da monaci, monache e laici che, attorno all’attuale chiesa, conducevano vita di preghiera e di lavoro, in particolare fabbricando panni di lana e coltivando i campi con sistemi di lavorazione assolutamente innovativi. Dopo la soppressione degli Umiliati ad opera di Carlo Borromeo, l’abbazia passò ai Benedettini Olivetani, successivamente soppressi dal governo austriaco e costretti ad abbandonare l’abbazia.
Nel 1940 il cardinale Ildefonso Schuster, dopo anni di abbandono, ha offerto l’abbazia a una comunità di religiose guidata da Margherita Marchi, separatasi dalla congregazione delle Benedettine di Priscilla. Il monastero sui iuris delle benedettine di Viboldone fu canonicamente eretto il 1º maggio 1941: le monache svolgono un’importante attività di editoria religiosa e teologica, oltre agli impegni di natura più strettamente monastica.
Esterno
La facciata è a capanna, caratteristica per le bifore aperte sul cielo, con tessitura muraria in mattoni a vista, solcata da due semicolonne che la tripartiscono, con decorazioni di pietra bianca.
Il portale è in marmo bianco. Nella lunetta che ne sovrasta l’architrave si trovano sculture marmoree della Madonna con bambino fra i santi Ambrogio e Giovanni da Meda, dello scultore genericamente indicato con il nome di Maestro delle sculture di Viboldone. Ai lati, due nicchie gotiche racchiudono le statue dei santi Pietro e Paolo. Il portone della chiesa è di legno scuro, decorato con grandi costoloni lignei e grossi chiodi, e risale all’epoca della costruzione della facciata. In esso è ricavato un piccolo portoncino che è usato per l’ingresso in chiesa.
Campanile
Originale è il campanile, a cono cestile, che si innalza sopra il tiburio della chiesa, secondo la tradizione cistercense. Esso richiama l’impianto cromatico e decorativo della facciata, con cornici in cotto e archetti alla base delle bifore e delle trifore sormontate da oculi. La sobrietà degli elementi architettonici all’interno della chiesa la farebbe dire quasi spoglia, se non fosse per la decorazione pittorica che la ricopre per buona parte a rivestirla di luci e di colori.
Interno della chiesa
L’impianto della chiesa è a sala rettangolare, a tre navate di cinque campate ciascuna, inquadrate in archi trasversali a sesto acuto. La prima campata è in stile romanico e le successive, realizzate nel corso del Duecento, in stile gotico con colonne in cotto che sorreggono alte volte a crociera. La chiave di volta, al centro delle crociere, è circondata da spicchi racchiusi in un cerchio, con i colori dell’arcobaleno, segno dell’amicizia di Dio con gli uomini.
Le colonne che scandiscono le navate sono in laterizio, con capitelli dello stesso materiale a cubo scantonato.
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