Chi siamo

La bellezza è in un certo senso l’espressione visibile del bene […]. C’è dunque un’etica, anzi una “spiritualità” del servizio artistico, che a suo modo contribuisce alla vita e alla rinascita di un popolo.   

Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti, 1999

Fondazione Crocevia è dedicata, in particolare, alla conoscenza e alla valorizzazione del sacro nelle arti, soprattutto contemporanee. Punto di partenza è la consapevolezza dell’unitarietà delle arti, dalla pittura all’architettura, e del senso religioso che caratterizza ogni autentica espressione creativa.

Crocevia nasce come tentativo di risposta all’invito di Giovanni Paolo II “ad aiutare l’uomo contemporaneo a ritrovare lo stupore religioso davanti al fascino della bellezza e della sapienza che si sprigiona da quanto ci ha consegnato la storia”. Una storia particolarmente ricca. Per quasi due millenni è stato impensabile scindere il rapporto tra cristianesimo e arte. Dai dipinti murali nelle catacombe ai grandi cicli di affreschi e alle pale d’altare, l’espressione artistica – in virtù dell’Incarnazione – gode di uno statuto di sacralità sconosciuto alle altre religioni e costituisce il linguaggio privilegiato dell’esperienza cristiana. Il volto di Cristo, della Vergine, i misteri dell’aldilà sono stati contemplati di epoca in epoca dall’uomo colto come dal semplice popolano per mezzo delle immagini.

Poi, quasi all’improvviso, questo rapporto si incrina e va in frantumi. A partire dall’età dei Lumi la crisi sembra consumarsi in una brevità di tempo sconcertante. Sono due i poli della crisi. Il primo: per pittori, scultori e architetti il sacro è sempre meno il contesto in cui sviluppare forme nuove di espressione, adeguate ai tempi. Si registra l’avanzare della secolarizzazione e l’avvento di una società ormai post-cristiana, in cui l’arte si caratterizza sempre più come espressione autoreferenziale dell’Io dell’artista. Quindi l’azione deflagrante delle avanguardie e la loro influenza su una produzione e su un mercato ormai internazionali, del tutto sganciati dai secolari meccanismi di mecenatismo, segnano lo snodo definitivo di un processo che pare irreversibile. È forse questa una delle manifestazioni più eclatanti delle trasformazioni della cultura e della società occidentali nel corso degli ultimi due secoli.

L’altro polo riguarda la committenza ecclesiastica che non sembra più in grado di mantenere uno stretto legame con il mondo delle arti, ed è innegabile la fatica manifestata dalla Chiesa nel rinnovare la grande tradizione di committenza, e questo sia per oggettive ragioni economiche sia anche per la difficoltà di riconoscere istanze spirituali in un’arte nuova, preferendo rifugiarsi spesso negli schemi dello storicismo o del devozionale.

L’incomunicabilità, in cui ha versato e per molte ragioni versa ancora oggi il dialogo tra committenza e mondo delle arti, nonostante gli importanti passi avanti, viene dunque da lontano e riallacciare questo dialogo non può che calarsi nella conoscenza, e quindi presa di coscienza, della storia dell’arte sacra nel Novecento. “Io ho spesso già affermato – dice papa Benedetto XVI – essere mia convinzione che la vera apologia della fede cristiana, la dimostrazione più convincente della sua verità, contro ogni negazione, sono da un lato i santi, dall’altro la bellezza che la fede ha generato. Affinché oggi la fede possa crescere dobbiamo condurre noi stessi e gli uomini in cui ci imbattiamo a incontrare i santi, a entrare in contatto con il bello”.

Proprio per questo nasce Crocevia: un’idea coltivata da Giovanni Gazzaneo per anni e che poi – grazie all’incontro con Alfredo Paglione propiziato dal poeta Enzo Fabiani – è diventata realtà. Ha mosso i suoi primi passi nel 2005, per ottenere il riconoscimento di Fondazione il primo settembre 2010.

Il comitato scientifico raccoglie personalità di primo piano del mondo della cultura e della Chiesa (da Antonia Arslan a Pierangelo Sequeri, da Franco Cardini e Timothy Verdon agli arcivescovi Bruno Forte e Claudio Giuliodori, da Maria Antonietta Crippa e Cosimo Damiano Fonseca a Roberto Mussapi e Davide Rondoni, da Beatrice Buscaroli ed Elena Pontiggia a Giuseppe Rivadossi e Piero Guccione…).

Due le direzioni in cui Crocevia opera. Da un lato gli studi sul rapporto tra arte e sacro nei grandi maestri del Novecento e della contemporaneità, nell’ambito delle arti figurative ma anche della poesia, dell’architettura e della musica (il frutto più significativo è il catalogo ragionato dell’opera sacra di Giorgio de Chirico). Dall’altro, un’attività di ricerca che trova espressione anche nella realizzazione di mostre (come è avvenuto con le esposizioni dedicate a Congdon, de Chirico, Galliani, Lippi, Longaretti, Mastrovito, Mattioli, Messina, Zec…), eventi – la Settimana della Bellezza a Grosseto – convegni, concerti…, cercando di promuovere il dialogo e il confronto fra artisti, storici dell’arte, intellettuali, per una “cultura della Bellezza”.

Due direzioni per un’unica meta: la Bellezza, quella vera, quella che salva.