La mostra propone 25 opere a olio su tela e tecnica mista su carta di Francesco Zavatta, pittore di Rimini trasferitosi da qualche anno a Milano, dopo aver vissuto a Firenze e Venezia.
Le opere appartengono a diversi nuclei espressivi: paesaggi urbani, vedute marine, imponenti montagne, figure umane al lavoro e nella quotidianità.
La selezione dei dipinti di questa rassegna, come scrive il giornalista e critico d’arte Giovanni Gazzaneo nel testo in catalogo, nasce dalla precisa intenzione di Francesco Zavatta di approfondire il legame tra il proprio lavoro e il pubblico al quale è destinato, in un dialogo che lo arricchisce in modi sempre nuovi. «Francesco Zavatta non è un solitario, il dialogo lo ama e lo coltiva. Un dialogo intrecciato con i grandi e con i piccoli. Gli piace portare l’arte nelle scuole: dall’immersione nei colori per i bimbi dell’asilo nido alla riflessione sul senso della pittura con i ragazzi delle medie. Anche questa mostra nasce da un dialogo, quello con gli amici e i collezionisti. Da loro riceve immagini che colgono la bellezza della natura o nascono dallo stupore che squarcia la quotidianità».
A partire da questo dialogo, Francesco Zavatta ha approfondito tre diverse esperienze di bellezza, ed è giunto alla scoperta che ciò da cui siamo attratti “era lì ad aspettarci”.
La bellezza innanzi tutto è qualcosa che c’è, che ti aspetta, che aspetta i tuoi occhi.
E ora questa scoperta vuole ritornare a coloro che l’hanno avviata, affinché ciascuno «possa ritrovare, nelle proprie circostanze, una realtà bella, spettacolare» (dal testo di Francesco Zavatta presente nel catalogo).
A questo proposito lo stilista Elio Fiorucci sottolinea un ulteriore aspetto della pittura di Zavatta: «Io credo che un artista abbia dentro di sé il desiderio che la propria opera possa essere capita, che il proprio linguaggio possa essere compreso. E in questo caso mi sembra che siamo molto, molto avanti. Io dai suoi quadri è come se vedessi le immagini che trasmettono i ricordi della mia vita, è un bellissimo connubio tra i miei ricordi e quello che lui guarda e che, credo, siano anche i suoi ricordi. Questa comunione è ciò che commuove chi guarda i suoi quadri».
Il catalogo che accompagna la mostra contiene testi di Giovanni Gazzaneo ed Elio Fiorucci.
La mostra, curata da Giovanni Gazzaneo, è realizzata con la collaborazione di Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione.
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