Edoardo Milesi. Abitare la vita.
Progetti per la Maremma
A cura di Giovanni Gazzaneo, Giulia Milesi, Mauro Papa
In occasione della prossima dedicazione della Chiesa del monastero di Siloe, una mostra per raccontare come si possa progettare e fare architettura per un abitare pienamente umano nel rispetto della natura e del paesaggio
Edoardo Milesi è stato capace di dare nuova vita a quella parte di Maremma un tempo più povera e dimenticata con quaranta progetti a sua firma: una storia che intreccia architettura, cultura, bellezza e fede a partire dal 1996, anche grazie al Prusst della Comunità Montana dell’Amiata, il Programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile. Dai restauri dei castelli di Collemassari e Vicarello allo straordinario Auditorium della Fondazione Bertarelli, dalle cantine alle scuole, dagli scavi archeologici agli spazi della vita pubblica. E soprattutto al monastero di Siloe, un progetto che nasce nel 1999 e dopo oltre venticinque anni giunge al suo compimento, con la dedicazione della chiesa prevista per dicembre 2025.
I progetti nascono dalla conoscenza e dall’amore per questo lembo di Toscana e contemporaneamente dal dialogo con chi lo abita e ne ha fatto l’orizzonte della vita. Racconta Milesi: «In Maremma ci lavoro da trentat’anni, ho imparato a conoscere questa luce particolare e questa natura ancora libera. Qui l’ibridazione con la macchia mediterranea è ancora forte e l’aria salmastra è in grado di corrompere la materia fin nell’entroterra amiatino».
Fare architettura e dialogare con il paesaggio per Milesi sono la stessa cosa: «Da tutta la vita ascolto la natura e cerco di mettere in pratica i suoi insegnamenti. Da quando sono architetto sento la grande responsabilità di chi ha il potere di modificarla. Quello che aggiungo voglio che faccia parte di quello che già c’è e, perché questo accada, un’architettura deve essere viva, la sua forma dinamica deve proporsi e ascoltare, per questo uso materiali naturali, perché si possano modificare nel tempo e nelle stagioni. La qualità dell’abitare e più in generale la qualità della vita sono strettamente connesse alla qualità del territorio circostante».
La sua è una sapienza ben radicata alla terra, che lui ama e conosce. Vive come il contadino descritto da Ermanno Olmi: «Indaga nella zolla i misteri della rigenerazione della vita, che ha imparato modi, tempi, regole della natura, che rispetta perché conosce ed è consapevole del suo limite. E tuttavia sa bene che c’è un di più, un oltre, un mistero che lo stupisce, lo compiace, lo interroga incessantemente e per questo lo fa sentire vivo».
La conoscenza dei luoghi e della gente che abita quei luoghi è la premessa essenziale per il suo lavoro: «Non è un’utopia pensare ai luoghi mettendo assieme attività progettuale e cittadini, dove tutto si basa sul rapporto tra autore e fruitore, senza intermediari, senza compromessi. L’autore non deve necessariamente essere del posto, anzi a volte è meglio che non lo sia, ma deve saper progettare con chi utilizzerà quel luogo. Talvolta a chi è preposto alla trasformazione del territorio pare difficile credere che la città sia, prima di qualsiasi considerazione urbanistica, un insieme di uomini, di donne, di cose fuori e dentro le loro case. In realtà il territorio abitato è soprattutto il punto d’incontro tra l’ambiente e i comportamenti umani. Abitare significa coltivare relazioni. “Stare assieme genera forma” ci ha insegnato Leon Battista Alberti».
Nel suo disegnare il paesaggio, nel suo fare architettura, Milesi abbraccia la natura e l’uomo in una visione capace di mettere al centro la persona tutta intera, con i suoi bisogni e i suoi sogni, con la sua capacità di fare e la capacità di contemplare. Scrive Giovanni Gazzaneo «Essenziale è cogliere il genius loci, che è insieme natura e storia, emergenze morfologiche e comportamenti umani, e sul genius loci Milesi costruisce l’architettura, ma anche le condizioni per la vita e la manutenzione dell’edificio, spesso a impatto zero grazie all’utilizzo di fonti naturali. Perché non solo i materiali per costruire, ma anche energia e microclima vengono colti da quel che la natura offre. Milesi ci propone così un respiro e una bellezza antichi e nuovi insieme perché non ha rinunciato alla memoria – al tesoro della tradizione millenaria e di quel fare che in un passato senza cemento ha saputo erigere le più iconiche architetture dell’umanità –, che rilegge attraverso i moderni saperi e le tecnologie più avanzate. E perché questo accada Milesi ha bisogno del cantiere, di essere guida del lavoro che rende l’idea opera degli uomini. Un progetto che si incarna nel ventre della terra, pronta ad accogliere le fondamenta, per poi stagliarsi nel cielo ridisegnando il paesaggio. E il suo cantiere ha il sapore degli antichi cantieri dei mastri medievali che con genio e passione, insieme a una schiera di muratori, falegnami e scalpellini, erigevano chiese e cattedrali, segno della presenza di Dio in mezzo agli uomini, e ridisegnavano lo spazio rendendolo sacro. Edoardo Milesi, insieme ai suoi collaboratori, ridisegna lo spazio rendendolo più umano, più amico per il nostro abitare, più bello ai nostri occhi. Per fare questo non ha bisogno di giustificare il suo pensare, le sue scelte, i suoi progetti: non gli piacciono le etichette, non ha l’esigenza di abbracciare correnti, di essere “razionalista” o “organicista”, di erigersi ad archistar. E le sue architetture si giustificano da sole».
Polo culturale Le Clarisse
via Vinzaglio 27, Grosseto
18 ottobre 2025 ore 11
Inaugurazione delle mostre della Settimana della Bellezza
Sala Conferenze
Edoardo Milesi. Abitare la vita.
Progetti per la Maremma
a cura di GIOVANNI GAZZANEO, GIULIA MILESI e MAURO PAPA
18 ottobre-30 novembre 2025
Orari: giovedì-venerdì 10-13/17-20;
sabato-domenica 10-13/ 16-19
Ingresso gratuito
Si ringrazia: Cooperativa Auxilium
Media sponsor: Avvenire
Per informazioni: www.clarissegrosseto.it; www.fondazionecrocevia.it
tel.0564/488066-067
EDOARDO MILESI biografia
Edoardo Milesi (Bergamo, 1954), studia presso lo IUAV e si laurea nel 1979 al Politecnico di Milano con Franca Helg. Esperto in materia di tutela paesistico-ambientale, ha conseguito numerose specializzazioni, tra le quali ecologia dell’architettura, architettura religiosa e arte dei giardini. Nel 1990 fonda lo studio Archos attraverso il quale s’impegna in un’attività progettuale che spazia in ambiti e scale diverse e si caratterizza per la costante ricerca intorno agli aspetti ambientali, sociali e costruttivi dell’architettura.
Alla pratica professionale unisce una costante partecipazione al dibattito culturale intorno ai temi dell’architettura contemporanea e l’interesse alla divulgazione e al confronto delle proprie sperimentazioni. Nel 2008 fonda la rivista ArtApp della quale è direttore. Dal giugno 2009 è presidente del comitato culturale della Fondazione Socioculturale Bertarelli. Nel 2014 fonda l’associazione culturale Scuola Permanente dell’Abitare.
È stato componente del Consiglio di amministrazione della Fabbriceria del Duomo di Siena, denominata “Opera della Metropolitana” da aprile 2019 ad aprile 2022. È socio attivo dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo. Dal 2020 è membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Paesaggi Costieri Italiani di Legambiente Nazionale. Fa parte del CDA della Fondazione archeologica PAVA dal 2015. Dal 2022 è membro del direttivo di Europan Italia. Dal 2019 è docente presso YACademy di Bologna.
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