STRAORDINARIO QUOTIDIANO, Concorso di fotografia rivolto alle classi terze, anno scolastico 2019-2020
Straordinario quotidiano
Concorso di fotografia rivolto alle classi terze, anno scolastico 2019-2020
“Il mistero non è al di là della presenza delle cose, ma tutto custodito da quella presenza”
Massimo Recalcati
La bellezza è nello sguardo. Lo sguardo della madre per il suo bimbo. Lo sguardo dell’amata per l’amato. Vedere col cuore è cogliere una bellezza che altrimenti è preclusa, perché sempre oltre il puro apparire. La bellezza sa inabissarsi nel profondo, abita le radici del nostro essere: è l’immagine divina di cui siamo fatti.
Vogliamo innanzitutto ringraziare i ragazzi che hanno partecipato a questo concorso: avete realizzato immagini che ci hanno colpito. Siamo rimasti stupiti dal vostro saper guardare, saper cogliere le cose, ma soprattutto voi stessi e i vostri cari. In tutto, ma proprio tutto, c’è la vita che scorre: in questa vostra e nostra quotidianità chiusa in una casa, a volte in una stanza, nonostante le porte chiuse, nonostante il mondo che sembra scomparso e possiamo abbracciare solo da una finestra, o da un balcone, o dallo schermo dei nostri computer, nonostante le cose che ci mancano e che ci sono care e che sono parte importante dell’esistenza, a partire dalla scuola, dagli amici, dallo sport…
Una vita che può essere bella, buona, vera nonostante tutti i limiti. Perché la nostra vita è oltre tutti i limiti, tutte le imperfezioni, tutti gli incidenti e tutti i virus di questo mondo. Ce lo avete mostrato voi con le vostre immagini tutte bellissime.
Ringraziamo anche i vostri professori e chi ha ideato questo concorso. Perché vi hanno dato la possibilità di esprimervi attraverso le immagini. Il nostro presente, come mai prima nella storia degli uomini, è povero di parole e sovrabbondante di immagini, immagini troppo spesso vuote, inutili, volgari. E in questa sovrabbondanza emergere le vostre immagini e sbocciare un piccolo miracolo: vere, belle, allegre o dolenti non importa, ma tutte piene di vita autentica. Sono piccole grandi icone, immagini che resteranno per voi e per noi.
Non perdete mai questo sguardo pulito e pieno di speranza, questo sguardo che non si lascia “chiudere” ma che va oltre. Uno sguardo che rispecchia i vostri giovani e bellissimi cuori.
Vale la pena rimanere fedeli a questo sguardo che sa vedere.
Giunga a tutti voi il nostro grazie
Giovanni Gazzaneo e Max Mandel
Premiati:
Primo classificato:
Luca Ambrogi, Lo specchio di un bambino
Secondo classificato, ex equo:
Leonardo Guarda, Sognando il mare
Molari Kabitu, Riflettendo se stessi
Terzo classificato, ex-equo:
Marta Passarelli, Luna domestica
Dario Pelis, Il sole visto da qui
Segnalati:
Maria Chiara Bertani, Lo sguardo di semplicità
Camilla Bianchi, New
Emma Fantini, Silver Lining
Andrea Magni, La nostalgia della libertà
Benedetta Maggioni, Riflesso di stanze
Caterina Tesoro, Presente
PREMIATI
Luca Ambrogi, Lo specchio di un bambino
«Non serve per forza uno spettacolare paesaggio per fare una bella fotografia: basta solo l’attenzione ai particolari, alle luci e alle ombre». È così. Nell’immagine e nel commento di Luca c’è una piena e già matura consapevolezza dello sguardo fotografico, e del proprio sguardo sul mondo. E quel gioco lieve tra gli oggetti del quotidiano e la nostra presenza, che costituisce l’orizzonte della nostra esistenza.
Leonardo Guarda, Sognando il mare
Dietro a questa immagine fresca e immediata c’è uno sguardo che va oltre, al di là del “soprammobile souvenir”: oltre lo spazio, con lo sdoppiamento della statuina nella sua ombra; oltre il tempo, con la statuina come ricordo del passato e speranza nel futuro.
Uno sguardo allo stesso tempo divertito, nella luce e nei colori, e riflessivo, nella composizione che apre all’infinito.
Molari Kabitu, Riflettendo se stessi
«È nella solitudine […], che ognuno di noi può ritrovarsi e conoscere appieno se stesso».
È un’immagine che va al di là del “ritratto”; in questa foto ognuno di noi può vedersi riflesso. Coglie il senso profondo di quel che stiamo vivendo. Il nostro essere soli è il punto di partenza per il grande viaggio che tutti siamo chiamati a fare: il viaggio dentro noi stessi.
Marta Passarelli, Luna domestica
Anche questo è uno sguardo che va oltre: si concentra dapprima sull’essenzialità geometrica dell’immagine e, quando con stupore ci accorgiamo dello spicchio della luna, siamo trasportati in un oltre che supera gli angusti confini della cucina.
Dario Pelis, Il sole visto da qui
Il sole, il cielo, le nuvole: elementi che si compenetrano quotidianamente ai nostri occhi, e che qui la veneziana filtra, suddivide, separa ma al tempo stesso unisce in uno spazio in cui la quarta dimensione è il pensiero. Una magia che nasce prima ancora che dall’obiettivo dalla capacità di vedere e di non distrarsi. Neppure davanti a delle semplici veneziane.
SEGNALATI
Maria Chiara Bertani, Lo sguardo di semplicità
Il volto del neonato illuminato e gli occhi che guardano lontano ci raccontano di una speranza che non va cercata fuori da noi, ma proprio in noi. Il piccolo figlio d’uomo è la grande speranza che non muore, è la forza della vita umana, che per quanto piccola, per quanto fragile è davvero più grande di qualsiasi cosa che creata nei cieli e in terra.
Camilla Bianchi, New
Un’immagine che va letta come un racconto. In una dimensione un po’ straniante. Quasi onirica. Come diceva il saggio: non c’è tenebra così oscura che non possa essere illuminata dalla luce di un fiammifero…
Emma Fantini, Silver Lining
Bella la composizione, e la scelta del punto di vista, dalla parte dei birilli; bello il gioco di luci e ombre. Suggestivo l’uso del monocromatico. Un’immagine quasi metafisica: i birilli ci richiamano lo spaesamento delle figure di De Chirico, così come le ombre presenti in questa immagine ci proiettano nelle piazze del Pictor Optimus.
Benedetta Maggioni, Riflesso di stanze
Un fotografia che a prima vista può sembrare “semplice”. Ma è un riflesso carico di riflessioni. Quelle presenti nel testo che accompagna l’immagine, e quelle che hanno portato alla scelta dell’inquadratura, anzi, delle inquadrature nei diversi riquadri del mobile. Così un semplice arredo può diventare una storia.
Andrea Magni, La nostalgia della libertà
Questa immagine nella sua essenzialità dice tutto. La figura dà il senso della solitudine e insieme dell’attesa. Intelligente la scelta di non tenerla al centro della scena, lasciando più spazio davanti a lei, là dove va lo sguardo, che, grazie anche alla progressiva sfocatura del tavolato, si perde così nell’infinito.
Caterina Tesoro, Presente
«Il soggetto della mia foto è una bambina affacciata ad una finestra. La bambina è mia sorella. È una presenza, è il mistero più grande di tutti: la vita del prossimo. In questa foto ci sono tre elementi: il soggetto, la bimba; la cornice, la finestra; e le tende, che sono come un sipario. Dietro questo sipario, prima, si nascondeva la fragilità che il mondo faceva finta di non avere. Poi è arrivata l’emergenza coronavirus, e il mondo non ha potuto tenere nascosta la sua debolezza. Il sipario si è aperto come le tende tra le mani di questa bambina. Il titolo di questa foto richiama una citazione tratta da un film: Yesterday is a history, tomorrow a mistery and today a gift… that’s why we call it present. Questa bimba è un regalo per me, ma quello che sta accadendo è un presente per tutti: bisogna cambiare punto di vista per capirlo». Nella semplicità dell’immagine, e delle parole, di Caterina c’è il dramma, ma anche la bellezza, della nostra vita ai tempi della pandemia.
Marta Passarelli, Luna domestica
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